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Le Muse Orfane

Associazione Teatrale Culturale

Il prossimo venerdì 24 novembre, alle 20.45, l'Auditorium Comunale di Precenicco sarà il palcoscenico di un evento straordinario nell'ambito di “Qualcosa di Rosso 2023”. Lo spettacolo teatrale “Le Pizzocchere fra storia e leggenda”, prodotto con maestria dall'Associazione Le Muse Orfane, promette di immergere gli spettatori in un viaggio affascinante attraverso il Seicento pordenonese.

Le protagoniste di questa affascinante performance sono Viviana Piccolo, Carla Vukmirovic, Clelia Del Ponte e Silvia Corelli, affiancate dal Coro Vocal Cochtail. A guidare questa esperienza straordinaria è Silvia Lorusso, autrice del testo e regista dello spettacolo.

Al centro della trama e delle reminiscenze storiche si trovano le misteriose Pizzocchere Serrarie, un ordine laico di donne nubili che nel Seicento dedicavano la loro vita all'assistenza dei più bisognosi all'interno delle mura dell'ex Convento dei Domenicani a Pordenone. Un gruppo di donne avvolte da un velo di segretezza e leggenda, spesso circondate da racconti che le elevavano a figure quasi sante.

Il contesto, ricco di storia e fascino, è magnificamente reso dalla maestria delle interpreti e dalla potenza espressiva del Coro Vocal Cochtail. Il pubblico sarà trasportato indietro nel tempo, rivivendo atmosfere e tradizioni seicentesche grazie alla magistrale narrazione di Silvia Lorusso.

L'iniziativa, promossa dal Comune di Precenicco, offre un'occasione unica per immergersi nelle pieghe della storia locale e scoprire dettagli affascinanti di un passato avvolto nell'aura della leggenda. Lo spettacolo si propone di unire intrattenimento e conoscenza, regalando al pubblico una serata indimenticabile.

Preparatevi dunque a un viaggio nel tempo e nell'arte, poiché “Le Pizzocchere fra storia e leggenda” promette di essere uno spettacolo che lascerà il segno nella memoria degli spettatori. Un'opportunità imperdibile per apprezzare il talento locale e per lasciarsi avvolgere dalla magia del teatro, in un connubio unico tra passato e presente.

Le Muse Orfane, in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità del Comune di Pordenone, presenta con orgoglio lo spettacolo teatrale "Le Levatrici della Carnia". L'evento, ispirato al toccante romanzo "Nascere nella cenere" di Barbara Vuano, si terrà martedì 28 novembre alle ore 20.45 presso il suggestivo Convento di San Francesco di Pordenone.

L'iniziativa è parte integrante delle attività legate al 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, e si avvale del prezioso sostegno dell'Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Pordenone.

Lo spettacolo, ideato e diretto da Silvia Lorusso Del Linz, trae ispirazione dal libro di Barbara Vuano, edito da Forum Editrice nella Collana "La stanza delle voci" dell'archivio Etnotesti dell'Università di Udine. La regia è affidata proprio a Silvia Lorusso, mentre sul palco brillano le talentuose Caterina Di Fant e Valentina Rivelli del Teatro della Sete (UD), affiancate da Elisa Menon di Fierascena (GO), partner della Rassegna Regionale.

"Le donne aiutavano le altre donne" - questa è la lezione che emerge dalle testimonianze raccolte nel libro "Nascere nella cenere". Al termine dello spettacolo, l'autrice Barbara Vuano parteciperà a un confronto con il pubblico, con l'auspicio di trasmettere un messaggio potente: "Nessuna resta sola".

L'allestimento si snoda lungo il filo della memoria, attingendo alle testimonianze e al vissuto delle donne della Carnia. Le levatrici, figure centrali nelle comunità, sono al centro della rappresentazione, che esplora le pratiche, i gesti e le credenze radicate nei secoli. Silvia Lorusso sottolinea l'importanza di questi saperi femminili ancestrali, che appartengono alla cultura materiale contadina delle donne delle valli Carniche.

Attraverso una maestosa trasposizione scenica, le attrici guidano il pubblico in un viaggio attraverso la storia e l'evoluzione delle donne e delle tematiche legate al parto. Dal passato remoto fino all'ospedalizzazione delle partorienti negli anni Settanta, lo spettacolo getta uno sguardo critico sulla situazione odierna, immergendosi artisticamente in uno dei momenti più significativi nella vita delle donne.

La Direttrice artistica de Le Muse Orfane Aps, Silvia Lorusso, già autrice di allestimenti teatrali di grande impatto, conferma la sua abilità nella cura drammaturgica e nella regia. Tra i suoi precedenti lavori, spiccano produzioni come "Le Pizzocchere fra storia e leggenda", "Angioletta delle Rive", "Nèfesh", e "Artemisia".

In conclusione, "Le Levatrici della Carnia" non è solo uno spettacolo teatrale, ma un'esperienza coinvolgente che celebra la forza delle donne, la solidarietà e la memoria collettiva di una comunità. Un evento da non perdere, che promette di lasciare un'impronta duratura nei cuori dello spettatore.

PORDENONE - Debutta per la Rassegna Teatrale Antiche Dimore 2023 – lo spettacolo "Le Pizzocchere fra storia e leggenda", evento che rientra nella programmazione comunale di Estate a Pordenone. L’appuntamento è per venerdì 28 luglio alle 21:00 nel Chiostro della Biblioteca Civica di Pordenone. Il testo e la regia sono di Silvia Lorusso, che ha all’attivo numerosi allestimenti teatrali dei quali ha curato la stesura drammaturgica e la regia, come "Angioletta delle Rive" "Nèfesh", "Artemisia", solo per citarne alcuni.

In scena le attrici Viviana Piccolo, con la quale la drammaturga e regista collabora da tempo, Carla Vukmirovic, giovane attrice italo-croata, Silvia Corelli e Clelia Delponte. Lo sviluppo scenico è arricchito dalla presenza del coro Vocal Coktail, che permetterà di unire le voci in esecuzione dei brani a cappella, a quella delle attrici, intessendo così un’unione di voci sul filo narrativo della storia.

Lo spettacolo teatrale che si snoda sulle vicende legate alle Pizzocchere Serrarie, un ordine laico di donne che nel Seicento operavano fra le mura dell’ex Convento dei Domenicani, oggigiorno Biblioteca civica. Erano donne nubili dedite all’assistenza della popolazione più povera di Pordenone, avvolte da un alone di mistero, su cui spesso aleggiavano leggende, in alcuni casi in odore di santità.

Silvia Lorusso ha scelto di raccontare questo spaccato poco conosciuto della storia della città con la creazione di un canovaccio che ripercorre il vissuto delle Pizzocchere ricreandone le storie personali che le hanno portate ad abbracciare l’ordine. In particolare, attraverso l’accoglienza di una giovane madre in fuga dalla famiglia (Carla Vukmirovic) da parte delle Pizzocchere in scena (Viviana Piccolo, Silvia Corelli, Clelia Delponte), affiorano il legame, la solidarietà, la condivisione femminile, l’affrancarsi da destini prestabiliti.

Prima dello spettacolo delle 21:00 alle 17,30 ci sarà una breve introduzione sulla figura delle Pizzocchere e la storia della struttura che ospita la Biblioteca a cura della dott.ssa Silvia Corelli. Nel chiostro della Biblioteca verrà installato il pannello scenografico, raffigurante la facciata principale della Biblioteca realizzato dall’Officina dell’Arte della Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone, partner dell’Associazione Le Muse Orfane per il progetto della Rassegna Antiche Dimore anno 2023 – Terra.

SAN VITO AL TAGLIAMENTO - Antiche Dimore, rassegna teatrale regionale promossa da Le Muse Orfane sotto la direzione artistica di Silvia Lorusso Del Linz, è pronta a partire. Il primo dei cinque spettacoli proposti, infatti, andrà in scena mercoledì 19 luglio alle 21:00 al Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento mentre poi la rassegna si concluderà sabato 16 settembre al Museo Carnico della Arti Popolari di Tolmezzo.

Antiche dimore, un nome non banale che è anche un manifesto programmatico. Dimora deriva dal verbo latino "morar" che significa "rimanere, indugiare, restare, trattenersi". Indugiare fra i paesaggi mozzafiato delle valli, restare fra le pietre che risuonano degli echi di un lontano passato, trattenersi lungo le strade e i corsi d’acqua che hanno segnato le vite delle genti per colorare con l’arte le forme e le emozioni.

È così che nasce il progetto Antiche Dimore, una Rassegna dedicata ai quattro elementi: Acqua, Terra, Fuoco, Aria, di cui il Fvg è ricco, innestando un percorso ciclico per far conoscere il valore dei luoghi attraverso l’arte mediante la collaborazione e il sostegno reciproco delle realtà artistiche presenti nel territorio.

Ed ecco gli spettacoli che faranno parte della rassegna:

La serva del prete geologo

Mercoledì 19 luglio alle 21:00 al Teatro Arrigoni verrà presentato La serva del prete geologo, spettacolo teatrale ispirato alla figura di Anton Lazzaro Moro, il prete geologo che ha dato il nome a una delle strade principali della città. Lo spettacolo si snoda sul filo del racconto immaginario della sua domestica, che facendo tesoro delle confidenze del geologo, ridisegna con semplicità e concretezza il mondo che la circonda. Con Cristina Greco. Testo e regia Francesco Cevaro. Consulenza drammaturgica e artistica Silvia Lorusso. Produzione Compagnia della Testa.

Le Pizzocchere

Venerdì 28 luglio alle 21:00 alla Biblioteca Civica di Pordenone sarà la volta de Le Pizzocchere, spettacolo teatrale che si snoda sulle vicende legate alle Pizzocchere Serrarie, un ordine laico di donne che nel Seicento operavano fra le mura dell’ex Convento dei Domenicani. Erano donne nubili dedite all’assistenza della popolazione più povera di Pordenone, avvolte da un alone di mistero, su cui spesso aleggiavano leggende, in alcuni casi in odore di santità. Con Viviana Piccolo, Carla Vukmirovic, Clelia Delponte, Silvia Corelli. Coro: “Vocal Cocktail”. Testo e regia Silvia Lorusso. Produzione Le Muse Orfane. Pannello scenografico realizzato dall’Officina dell’Arte della Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone.

Angioletta delle Rive

Mercoledì 23 agosto alle 21:00 la rassegna si trasferirà al Parco Gramsci di Aquileia per Angioletta delle Rive, rappresentazione basata sulla vicenda di Angioletta delle Rive, figura alter ego del Menocchio. Nella storica Aquileia, l’evocazione delle tradizioni popolari fra rimedi antichi e a base di erbe, spesso oggetto di superstizione e di persecuzione da parte della Santa Inquisizione come nel caso di Angioletta delle Rive, incarcerata con l’accusa di stregoneria. Con Viviana Piccolo e Francesco Cevaro. Testo e regia Silvia Lorusso. Scenografia: Laura Trevisan

Erbe e Caverne

Domenica 10 settembre doppio appuntamento, a partire dalle 17, al Parco Basaglia di Gorizia. Prima andrà in scena “Erbe e Caverne – L’antica dimora delle Krivapete” in collaborazione con Fierascena e il Festival “Qui vivo”. Un allestimento della performance teatrale sulle leggende dedicate alle Krivapete, le donne guaritrici che si riparavano nelle grotte vicino al fiume del Mulino di Biarzo. A seguire si svolgeranno laboratori artistici rivolti ai bambini, privilegiando l’uso dei colori a pigmentazione naturale, in un percorso mirato alla sensibilità ambientale e alla tradizione per la scoperta dei luoghi e delle tradizioni attraverso l’arte. Con Elisa Menon, Valentina Rivelli, Giulia Pes. Testo Elisa Menon, regia Caterina Di Fant. Produzione Le Muse Orfane in collaborazione con Fierascena.

Gran finale a Tolmezzo al Museo Gortani dove sabato 16 settembre alle 20:00 si potrà assistere a Le levatrici della Carnia, che si snoda sul filo della memoria legata alle testimonianze e al vissuto della cultura materiale e rurale delle donne della Carnia tramite i racconti delle levatrici condotte. Lo spettacolo teatrale è ispirato al libro di Barbara Vuano £Nascere nella cenere" edito dall’Archivio Etnotesti Università di Udine.

L’autrice terrà un incontro sempre al Museo Gortani giovedì 14 nel quale sarà possibile approfondire la conoscenza delle testimonianze sulla attività delle levatrici condotte della Carnia e le tradizioni della cultura materiale e contadina delle donne carniche.

Con Caterina Di Fant, Elisa Menn, Valentina Rivelli. Testo e regia Silvia Lorusso. Produzione Le Muse Orfane.

Per la Giornata della Memoria, la compagnia Le Muse Orfane propone lo spettacolo Nèfesh - Anima a Udine venerdì 27 e a Pordenone domenica 29 gennaio alle 17.30 nell'ex Convento di San Francesco.

Nell'ambito delle iniziative collegate a: "Pordenone e la Memoria 2023" a cura dell'Assessorato alla Cultura e Istruzione di Pordenone, appuntamento con lo spettacolo "Nèfesh Anima" testo e regia di Silvia Lorusso, con Caterina di Fant, Elisa Menon, Viviana Piccolo, Karina Stanciu, Francesco Cevaro, Gregor Geč, musiche di Davide Ceccato, produzione Le Muse Orfane Aps.

"Sei sedie, sei scatole, sei Anime, tutta un'esistenza racchiusa in una anonima scatola di cartone. Uno studente universitario vittima di abusi che sogna il teatro, un'impiegata dell'ufficio postale con il cuore spezzato, un medico che sacrifica se stesso per i suoi cari, una madre con i suoi bambini privati dell'infanzia, una ragazzina che sogna il primo bacio sui versi di Jacques Prévert, una giornalista che entra nella Resistenza per fare la differenza e aiutare i suoi simili. Sono loro i protagonisti di Nèfesh, sono loro le Anime che attraverso le loro storie di ordinaria quotidianità, in un collage di gesti e di abitudini, riti che segnano il passaggio dei giorni, rivelano l'orrore delle vite cancellate dall'Olocausto".

Così Silvia Lorusso, autrice e regista di Nèfesh, descrive il progetto narrativo e scenico dello spettacolo che ha avuto luogo alla Sinagoga di Gorizia all'interno della Rassegna Regionale "Antiche Dimore" a cura de Le Muse Orfane, nella giornata del 4 settembre per la Giornata Europea della Cultura Ebraica.

Lo spettacolo verrà proposto domenica 29 gennaio ore 17.30 ex Convento di San Francesco di Pordenone e anticipato dalla recita di venerdì 27 gennaio alle 9.45 al Teatro Palamostre di Udine.

Protagonisti della performance sono le persone e le loro storie in un collage di gesti e abitudini, piccoli segni di una quotidianità familiare strappata alla vita di tutti i giorni dalla crudeltà dell'Olocausto.

Gli attori si muovono nello spazio scenico raccontando le loro vite, in un crescendo di impatto emotivo, carico di sguardi che si incrociano nel tempo di un battito d'ali, regalando al pubblico grande impatto emotivo e scenico, a cui si aggiunge il pathos creato dalle note di violino dal vivo.

Continuano gli appuntamenti con la rassegna Antiche Dimore. Domenica 4 settembre, alle ore 17.30 (con replica alle 19), presso la Sinagoga di Gorizia, al Giardino Farber, prenderà vita la performance teatrale Nèfesh (Anima), testo e regia di Silvia Lorusso, con Caterina di Fant, Elisa Menon, Viviana Piccolo, Karina Stanciu, Francesco Cevaro, Gregor Geč, musiche di Davide Ceccato.

Prodotto da Le Muse Orfane, l'evento teatrale vede il coinvolgimento degli artisti che hanno preso parte al progetto della Rassegna Regionale Antiche Dimore: Fierascena, Teatro della Sete, Compagnia della Testa, Servi di Scena, e la partecipazione dell'attore sloveno Gregor Geč.

"Sei sedie, sei scatole, sei Anime, tutta un'esistenza racchiusa in una anonima scatola di cartone. Uno studente universitario vittima di abusi dai giovani fascisti che sogna il teatro, un'impiegata dell'ufficio postale con il cuore spezzato, un medico che sacrifica se stesso per i suoi cari, una madre con i suoi bambini privati dell'infanzia, una ragazzina che sogna il primo bacio sui versi di Jacques Prévert, una giornalista che entra nella Resistenza per fare la differenza e aiutare i suoi simili.

Sono loro i protagonisti di Nèfesh, sono loro le Anime che attraverso le loro storie di ordinaria quotidianità, in un collage di gesti e di abitudini, riti che segnano il passaggio dei giorni, rivelano l'orrore delle vite cancellate dall'Olocausto". Così Silvia Lorusso, autrice e regista di Nèfesh, descrive il progetto narrativo e scenico dello spettacolo che avrà luogo alla Sinagoga di Gorizia.

L'evento è in collaborazione con l'Associazione "Amici di Israele di Gorizia", rientra fra le manifestazioni legate alle celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica, ed è patrocinato dal Comune di Gorizia.

Info e prenotazioni tramite la nostra pagina Contatti o il numero 3511742914.

La rassegna, nata da un'idea della direttrice artistica, Silvia Lorusso, autrice e regista di alcuni degli spettacoli in programma, si sviluppa attorno al tema dell'acqua ed è realizzata con il sostegno della Regione autonoma FVG, di "Io sono Friuli Venezia Giulia" e il contributo di Fondazione Friuli, con la collaborazione dei Comuni di Rive d'Arcano, Udine, Ragogna, Pordenone, Gorizia e San Pietro al Natisone e la partecipazione di Servi di Scena, Compagnia della Testa, Fierascena, Teatro della Sete.

La rassegna regionale Antiche Dimore prosegue a Pordenone, all’ex convento di San Francesco, dove giovedì 4 agosto alle ore 21.00 verrà allestita la piéce teatrale, prodotta da “Le Muse Orfane Aps”, ispirata ad Angioletta delle Rive, scritta e diretta da Silvia Lorusso, con Viviana Piccolo e Francesco Cevaro, e la scenografia di Laura Trevisan.

Lo spettacolo teatrale si snoda sulla vicenda di Angioletta delle Rive, (Pordenone, ca. 1580 - Udine, 4 gennaio 1651) erbaria e guaritrice del Seicento, incarcerata dall’Inquisizione. A partire dal febbraio 1650 fu sottoposta a processo per stregoneria insieme alla figlia Giustina. L'inquisitore Giulio Missoni, il secondo più attivo in assoluto in Friuli, cercò di far confessare alla donna la sua colpevolezza. Più volte la donna ribadì con convinzione che l’attività di guaritrice nulla aveva a che fare con la stregoneria. Angioletta morì nelle carceri dell'Inquisizione di Udine il 4 gennaio 1651.

«Angioletta delle Rive – spiega la regista Silvia Lorusso – rappresenta l’alter ego al femminile del Menocchio, la sua vicenda si lega a quella di molte altre donne del suo tempo che esercitavano l’arte di guaritrici con l’uso delle erbe e di riti ancestrali legati alla cultura materiale contadina. Lo spettacolo immerge lo spettatore nella storia dell’epoca, fra credenze religiose e superstizioni, con al centro la figura di una donna ai margini della società del tempo. Angioletta abitava infatti in una casupola sulle rive del Noncello, alla Cason Fuora, ed ebbe una vita durissima, piena di stenti. Rimasta vedova, fece numerosi lavori per sopravvivere, dalla filatura della lana, alla tessitura delle reti da pesca, ai bozzolai, ma ciò che sapeva fare meglio era curare con le erbe e con gli unguenti attraverso pratiche dal retaggio antico, conoscenze che generazioni di donne si trasmettevano legate alla terra e alle fasi lunari, e che nel clima dominato dalla superstizione e dal fanatismo religioso, la resero bersaglio dell’Inquisizione».

Angioletta delle Rive è interpretata dall’attrice pordenonese Viviana Piccolo, mentre l’attore udinese Francesco Cevaro veste i panni dell’inquisitore Giulio Missoni.

Prima dello spettacolo, alle ore 18.00 sarà possibile andare "Sui passi di Angioletta delle Rive", con una passeggiata tra i luoghi e i saperi di una popolana nella Pordenone seicentesca, a cura della dottoressa Silvia Corelli. Nel percorso saranno visitati i luoghi pordenonesi in cui Angioletta visse, immaginando la città com’era nel ‘600; inoltre verrà fatto un breve giro lungo il corso vecchio del Noncello, antica via d'acqua verso Venezia, illustrando le erbe, il loro uso officinale e i rimedi di medicina popolare che Angioletta delle Rive conosceva ed applicava.

L’ingresso è del costo di euro 10. Per informazioni, prenotazioni biglietteria: lemuseorfane@gmail.com o chiamando il numero 351 174 2914.

La rassegna, nata da un’idea della direttrice artistica, Silvia Lorusso, autrice e regista di alcuni degli spettacoli in programma, si sviluppa attorno al tema dell’acqua ed è realizzata con il sostegno della Regione autonoma FVG, di "Io sono Friuli Venezia Giulia" e il contributo di Fondazione Friuli, con la collaborazione dei Comuni di Rive d’Arcano, Udine, Ragogna, Pordenone, Gorizia e San Pietro al Natisone e la partecipazione di Servi di Scena, Compagnia della Testa, Fierascena, Teatro della Sete.

Programma, info, aggiornamenti e racconto della rassegna nella pagina dell'evento e sulla pagina Facebook di Antiche Dimore.

Un fiume che nel suo scorrere lambisce sponde in cui risuonano lingue diverse non si racconta in una sola lingua. Lungo il corso del Tagliamento si mescolano acque di affluenti diversi, acque che bisbigliano il carnico, il friulano, il veneto, l’italiano; alla fine è un grosso fiume che porta in sé culture e linguaggi differenti» Carlo Tolazzi Lingua d’acqua che taglia in due la terra friulana, lingua di ghiaia che segna il confine tra chi le sta di qua e chi le sta di là, lingua che si parla sulle sue sponde, “di ca e di là da l’aga”, lingua che non ha certo sonorità liquide, ma offre un lato ruvido, netto, a tratti tagliente.

Da queste suggestioni nasce Lenghe di glerie, terzo appuntamento della rassegna teatrale Antiche Dimore che andrà in scena sabato 30 luglio al Castello di Ragogna alle ore 18.00, con Caterina Di Fant, Lucia Linda, Valentina Rivelli, musiche originali dal vivo di Marzio Tomada, consulenza registica di Nicoletta Oscuro e linguistica di Carlo Tolazzi; in scena illustrazioni di Sara Colautti. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro della Sete, in italiano e friulano con musica dal vivo, realizzato con il contributo di ARLEF (Agjenzie Regjonal pe Lenghe Furlane), narra le storie di uomini e donne uniti e divisi dallo stesso fiume che produce varianti locali della stessa lingua.

Sulla scena prenderà vita chi, in epoche e in modi diversi, ha toccato le acque del Tagliamento: chi è nato sulle sue sponde, chi l’ha attraversato in zattera, chi l’ha temuto e quindi è fuggito, chi ha costruito ponti per arrivare dall’altra parte, chi ne ha provato nostalgia. A tratti emergeranno personaggi che bisticciano per la lingua, si intestardiscono sulla pronuncia, si divertono a difendere il proprio modo per chiamarlo.

La rassegna, nata da un’idea della direttrice artistica, Silvia Lorusso, autrice e regista di alcuni degli spettacoli in programma, si sviluppa attorno al tema dell’acqua ed è realizzata con il sostegno della Regione autonoma FVG, di "Io sono Friuli Venezia Giulia" e il contributo di Fondazione Friuli, con la collaborazione dei Comuni di Rive d’Arcano, Udine, Ragogna, Pordenone, Gorizia e San Pietro al Natisone e la partecipazione di Servi di Scena, Compagnia della Testa, Fierascena, Teatro della Sete.

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